Per avere una visione completa delle produzioni alimentari di un paese, basta andare in un mercato, luogo che in ogni parte del mondo considero l’anima del popolo, e perdersi con i 5 sensi attivati al massimo per incamerare nella memoria ogni nuova piccola o grande scoperta che sia!
La complessa geografia della Colombia con le sue diverse zone climatiche riempie i mercati di infinite varietà di frutti e verdure dai sapori, colori e forme più disparate: dalle Ande alla Foresta Amazzonica, ai Caraibi.
Accompagno la mia amica Natalia al Mercato di Paloquemao, uno dei più rinomati, dove mi sono “divertita” a stressarla di domande: “Cos’è? Come si mangia? Che sapore ha? ” mentre negoziava con ogni venditore i prezzi della sua spesa settimanale! Gracias mi amiga!
Il Mercato di Paloquemao é diviso per settori alimentari: ortofrutta, pescheria, carne (diviso a sua volta per tipo di animale), banchi di solo uova (mai visto così tante cataste di vassoi di uova), erbe aromatiche e varie ed eventuali.
Banchi colmi di avocados, ananas, mango, lime, platano verde, tanto per citare i più conosciuti, un paradiso per tutti i food lovers!! E gli amanti dei famosi superfoods, dalle molteplici qualità nutrizionali, possono sbizzarrirsi nel trovare quello più particolare.
Riconosco facilmente sacchi di quinoa che arrivano dalle Ande dei vicini Perù e Bolivia, montagne di ananas, banane, avocado, mango e tutti gli altri frutti tropicali che troviamo a peso d’oro nei nostri supermercati.
Riconosco qualche frutto strano già incontrato in precedenti viaggi, di cui però non ricordavo nome ed uso e faccio conoscenza con molti altri …
sorprendendomi, come spesso le metropoli sanno fare e nelle cui grandezze mi perdo.
Tappa d’obbligo per i voli intercontinentali, ma spesso snobbata per altre idilliache località del Paese, un weekend a Bogotà è necessario giusto per vedere i monumenti principali, ma per entrare nello spirito Bogotano, del tempo in più non guasta!
Già dall’aereo Bogotà palesa la sua estensione di enorme agglomerato urbano (circa 8/9 milioni di abitanti), nella “sabana” della Cordillera Orientale delle Ande Colombiane a circa 2600 mslm. Circondata dalle cime di cerros che superano i 3000 mslm. Note tecniche necessarie per comprenderne la geografia 🙂
In questa immensità formata da 20 quartieri, per un weekend a Bogotà ci si può concentrare negli antichi barrios de La Candelaria, Egipto, La Concordia, Las Aguas, Germania, Las Nieves, ed altri dove si trovano i principali monumenti, palazzi istituzionali, musei e luoghi di interesse storico.
In questo mix di stili sembra di essere a cavallo tra tempi diversi: dalla colonizzazione spagnola, ai tempi in cui la giovane Nazione indipendente creava la sua storia, fatta di eroi rivoluzionari e martiri patrioti. Come non appassionarsi alla storia della Pola! (vedi wikipedia Policarpa Salavarrieta).
La Candelaria è il nucleo originario della fondazione di Bogotà (1538); camminando in questa manciata di calles strette e ripide, tra le sue case in stile coloniale, non si può fare a meno di ammirare gli innumerevoli dettagli di porte, finestre, mura coloratissime e spesso decorate da murales che caratterizzano questo barrio. (vedi gallery La Candelaria)
Il cuore de La Candelaria è intorno alla Plazoleta delChorro de Quevedo, dove su un antichissimo nucleo indigeno i conquistadores hanno costruito il primo insediamento. Piena di graziosi bar e cafè, da qui parte la famosa e caratteristica Calle del Embudo, ricca di coloratissimi murales e negozi di artigianato. Murales che raccontano il mix di culture che compongono il Paese, dalle Ande, all’Amazzonia, ai Caraibi (vedi la photo gallery Murales).
L’imponente presenza della Torre Colpatria, del BD Bacatá ed altri grattacieli, ti fanno tornare ai giorni nostri, ad una metropoli in profonda evoluzione, con immensi cantieri aperti da cui nasceranno strutture all’avanguardia. A pochi chilometri da La Candelaria, in piena città, si trova il Chapinero, la zonadove ero ospite: un quartiere moderno, cosmopolita, gay friendly che mi ha ricordato alcune metropoli d’Europa e del Nord America!
Un weekend a Bogotà, sorprendendomi, come spesso le metropoli sanno fare e nelle cui grandezze mi perdo (e con due giorni baciati dal sole, una rarità da quelle parti).
Fast tips per un weekend a Bogotà:
TRASPORTI: oltre al taxi, ho utilizzato molto Uber (scaricate l’App), è molto diffuso ed economico. Il sistema di autobus TransMilenio collega i principali punti della città.
MUSEI E ATTRAZIONI:
Museo del Oro(4.000COP poco più di 1€…), una delle raccolte di manufatti d’oro più grande al mondo, probabilmente la tanto cercata El Dorado adesso è qui dentro. Da non perdere, alla fine delle esposizioni, la sala de La Ofrenda (L’Offerta): una mostra interattiva relativa al tema delle offerte in oro che il popolo Muisca faceva ai propri idoli. In un ambiente semi-buio, seduti in terra intorno ad una specie di cerchio magico, tra proiezioni, giochi di luci e suoni, le pareti collegano cielo e terra, “introducendo il gesto dell’offerta fatta dallo sciamano per promuovere o ripristinare l’equilibrio del mondo”. Molto suggestivo!!
Cerro de Monserrate 3152 m.slm (funicolare o teleferico 20.000COP a/r): sulla cima del cerro si trova il Santuario de “El Señor Caído” (Cristo Caduto), vale la pena solo per vedere Bogotà dall’alto (c’è anche il sentiero pedonale ma non avevo molto tempo…). Ho dovuto prendere la funicolare perché il teleferico era chiuso per manutenzione, ma il secondo è sicuramente più spettacolare.
Tranvia Storica: un modo divertente per ripercorrere la storia del paese attraverso delle brevi rappresentazioni inscenate a bordo di un vecchio tram, che percorre le vie de La Candelaria. (20.000COP /persona). Molto brave le guide/attori che interpretano vari personaggi storici.
FOOD&BEVERAGES: arepas, empanadas, pasteles ed altre frittissime cose buone si trovano a tutti gli angoli delle strade, carretti di street food sono onnipresenti. Per il tipico Ajiaco o i Tamales meglio affidarsi ad i consigli dei locali. Un caffè al Juan Valdez è un po’ come andare allo Starbucks colombiano…
Molto famoso è El Gato Gris cafè restaurante con musica dal vivo. Consiglio un tavolo in uno dei terrazzi dei piani più alti, da cui si ha la vista su i tetti de La Candelaria (proprio dietro il Chorro de Quevedo).
Per avere una visuale a 360° delle produzioni alimentari colombiane basta fare un giro al mercato di Palequemao e perdersi tra frutta e verdure che non si trovano facilmente nei mercati europei. Un paradiso per gli amanti dei mercati! (vedi la gallery)
Insomma, un weekend a Bogotà per iniziare il viaggio in questa incredibile Colombia. Hai letto → Perché in Colombia?
Terra Acqua e Bollicine – Una Firenze mai vista, un Urban trekking tra terra ed acqua con aperitivo al tramonto sotto Ponte Vecchio
Grazie a La Sorgente deiSorrisi che ha organizzato Terra Acqua e Bollicine, ho potuto vedere Firenze letteralmente dall’alto al basso in un’unica occasione! Un Urban trekking panoramico con un finale dalla speciale componente acquatica: Terra Acqua e Bollicine appunto!
Partiamo subito dall’alto dei 45 m. della Torre di San Niccolò, la vista spazia a 360° sulla città… non mi dilungo sul fatto che vedere la Cupola mi fa effetto confort zone e che il cuore mi si apre tutte le volte che vedo il mio panorama preferito… scusate sono di parte!!
Grazie alla Guida si prova ad immaginare come doveva essere Firenze nel 1300 con la sua cerchia muraria integra, senza il Piazzale Michelangelo, ma soprattutto senza la Cupola!!
L’Urban trekking prosegue fino alla sommità della Basilica diSan Miniato a Monte, per poi tornare indietro per la panoramica Via dell’Erta Canina fino alla Spiaggia sull’Arno. Il tutto accompagnato dalle interessanti storie raccontate dalla nostra Guida, che oltre a cenni storici e curiosità, ti parla dell’ambiente naturale, flora e fauna che caratterizzano la collina di San Miniato e l’alveo dell’Arno.
Inutile dire che a catturare l’attenzione è sempre lei, la meravigliosa cartolina che è Firenze e il cui panorama ti accompagna per tutto il percorso: un mix letale di bellezza, in uno splendido pomeriggio d’inizio estate…
Il pezzo clou di questa escursione cittadina (almeno per me!!) è stata la navigazione sull’ Arno con dei gommoni a remi; una Firenze vista dall’acqua, che non conoscevo e che mi ha ulteriormente affascinato e regalato emozioni.
In mezzo al fiume i rumori della città sono ovattati, ci siamo solo noi a disturbare gli aironi che scocciati volano via prima che sia in grado di fargli una foto!
Mentre il il tramonto si specchia nell’acqua sotto Ponte Vecchio, ci fermiamo anche noi ad ammirare i colori che brindare a quest’esperienza stappando una bottiglia di bollicine.
Grazie alla nostra guida, Guia, che ha organizzato questo Terra Acqua e Bollicine alla perfezione!
Terra Acqua e Bollicine: adatto a tutti, adulti e bambini, Fiorentini e turisti.
Oltre alle antiche case coloniali con mura, porte e finestre coloratissime, Murales e Street Art de La Candelaria di Bogotà ti parlano. Non occorrono parole, esprimono perfettamente ogni concetto che rappresentano e catturano l’attenzione di noi ignari turisti, che rimaniamo estasiati ad ammirarli e fotografarli.
Una piccola rassegna fotografica di Murales e Street Art de La Candelaria di Bogotà: messaggi di pace, cultura, rispetto per la vita e per Madre Natura. Raccontano del mix di culture che compongono il Paese, dalle Ande all’Amazzonia, ai Caraibi e della voglia di riscatto sociale agli occhi del mondo.
Una forma d’arte che in Colombia è di casa e questo ne è solo un primo approccio… continuate a seguirmi e vi porto a Medellin, Cartagena, ect, etc…
Oggi ti ho pensato, ed ho pensato che era giusto dedicarti qualche riga, perché un po’ è anche colpa tua. 🙂 Di una colpa di cui devo solo ringraziarti. Ai tuoi tempi non si parlava di wanderlust, si viaggiava e basta. Non c’erano le tecnologie con cui ora in pochi secondi si prenota un volo, con cui si rimane in contatto totale pur essendo a migliaia di chilometri di distanza. Sei il primo vero viaggiatore che abbia mai conosciuto, e l’unico, che ancora oggi è degno di portare questo appellativo. Sei per me l’ultimo Hippie di una generazione che oggi fa fatica a guardarsi indietro e non si riconosce nello specchio imborghesito.
Ricordo di te che vai e vieni da casa dei nonni. Quando non c’eri e riuscivo a sfuggire il controllo della nonna, entravo in camera tua. Mi perdevo a leggere i titoli dei libri stipati nella libreria, a baloccarmi con oggetti provenienti da chissà dove. Pensavo a chissà dov’eri, a quando saresti tornato e a cosa mi avresti portato in regalo. Una conchiglia da mari lontani, un animaletto di legno intagliato da chissà quale artigiano nel mondo, ognuno con la sua storia. Oppure libri, mi regalavi sempre libri di avventure, dai grandi classici a storie moderne, ce li ho ancora tutti. Ammetto che da bambina ti ho idealizzato un po’: un Sandokan, un Indiana Jones, o comunque un esploratore molto figo.
Ogni tanto arrivavano delle cartoline, con i loro tempi, un po’ stropicciate per il lungo viaggio, che le rendevano ancora più affascinanti. Nel mentre, chissà dov’eri. Tanto lo se chiedevo mi rispondevano posti mai sentiti né visti, ma me li immaginavo e li cercavo poi nei libri. Perché da grande ci sarei andata anch’io!!
Ricordo quando ci cucinasti del pollo al curry, nessuno di noi lo aveva mai assaggiato prima e mi piacque così tanto che poi mamma per un periodo lo cucinò spesso, riempiendo la casa di aromi speziati di paesi lontani. Se penso che adesso non c’è cucina in cui non ci sia una confezione di curry!
Ricordo quando venivi al mare, con l’amico Catrame e ti “accampavi” nel garage… adesso mi ci “accampo” io, ma ho lasciato il poster della pineta che ti eri fatto dare dall’ ente turistico locale.
Avresti dovuto scrivere dei tuoi viaggi perché nessuno della famiglia è in grado di ricordarsi i paesi in cui sei stato e le avventure che hai vissuto, dicono scrivessi benissimo… e di sicuro non avresti scritto delle banalità della vita… in pochi possono raccontare di aver dormito sulle piramidi in Egitto, di avere girato l’India in treno negli anni’70, di essersi fatto rimpatriare dalla Libia via cargo mercantile perché non era ammesso “vagabondare”nel paese.
Questi tuoi racconti li tengo stretti nel cuore e nella mente, che se tra qualche anno funzionerà ancora, spero di poterli raccontare ad Analaura.
Non ricordo quando ti ho visto l’ultima volta in Italia, ma ricordo benissimo quando sono venuta a trovarti a Cuba nel 2005, dove ti eri ormai stabilizzato e creato una famiglia. Mi piace pensare che tu l’abbia scelta e non che Cuba abbia scelto te. Li, dove il sogno della Rivoluzione è nato, e defunto, e dove la tua anima Hippie aveva forse trovato un po’ di pace.
Oggi sono 7 anni che non sei più con noi, che hai preferito morire libero ai Caraibi piuttosto che provare a farti curare a Careggi. Una scelta che nessuno della famiglia, conoscendoti, avrebbe messo in discussione e che in me, ha innalzato immensamente il tuo rispetto.
A mio zio Franco Bernini, grazie per avermi trasmesso la curiosità verso il mondo.
Firenze 18.02.1948 – La Habana 21.05.2011
“Perché in Colombia?” E’ stata in assoluto la domanda più frequente che mi hanno posto quando dicevo che avrei viaggiato per questo paese, con un tono misto tra stupore e sbigottimento, neanche avessi detto che sarei andata sulla luna!
Per tutto il viaggio mi è risuonata nella mente questa domanda e la risposta era, ed è, semplicemente, “Dovreste andarci…” … perché ognuno vive a modo proprio le emozioni che luoghi ed esperienze suscitano, perché le mie motivazioni potrebbero non essere le vostre!! 🙂
Comunque, volete sapere “Perché in Colombia?”
“Perché in Colombia?” Innanzitutto,perché in un altro viaggio (vedi Titicaca Experience) ho conosciuto dei Colombiani stupendi che con i loro racconti mi hanno convinto: grazie a Natalia e Cristian per avermi insegnato ad amare il vostro meraviglioso paese!!
“Perché in Colombia?” per la sua varietà geografica. Un paese grande 4 volte l’Italia, che racchiude cordigliere andine, altipiani desertici, la selva amazzonica, coste caraibiche ed oceaniche. Attività ed escursioni di ogni tipo e per tutti i gusti.
“Perché in Colombia?” per le sue città, o meglio, megalopoli come la capitale Bogotà, Medellin con la sua voglia di rivalsa sociale, Cartagena la perla dei Caraibi, Cali la capitale della salsa: così diverse sotto la stessa bandiera.
“Perché in Colombia?” per la sua musica, che ti accompagna ovunque, dalle strade agli autobus ed a qualsiasi ora del giorno. Dalla Cumbia al Vallenato, alla Salsa, se non ami la musica latina è un ottimo motivo per NON visitare la Colombia, oppure ti lasci conquistare, ed una volta tornato a casa ti troverai a cercare playslist le cui sonorità ti porteranno immediatamente a “ballonzolare” in salotto.
“Perché in Colombia?” per l’arte, espressa nei coloratissimi Murales che riempiono i muri delle città e gli occhi di noi visitatori. Ognuno con il suo messaggio di rinascita, di riscatto sociale, di speranza verso un mondo migliore.
Ah! dimenticavo! La seconda domanda più ricevuta è stata: “Ma è sicura?” Bhè signori, tutti noi abbiamo visto Narcos (anche El padron del Mal, ndr), e di sicuro la tumultuosa storia del paese non lo ha fatto essere per molti anni proprio il posto più pacifico del mondo; per par conditio ho consigliato di vedere Gomorra… mi sembrava giusto condividere le “eccellenze” 🙁
La prima regola che i miei amici colombiani mi hanno detto è: “No le des papaya!” (non dare papaya), dove “papaya” sta per opportunità, intendendo, di non dare opportunità che ti rubino qualcosa, quindi di fare attenzione a chiudere tasche, borse, ect., ma questo vale in ogni parte del mondo!!
Il concetto di sicurezza è purtroppo aleatorio anche a casa nostra… o in generale in Europa… e come ho sempre scritto, non sarà questo a fermare il mio viaggiare.
Vi basta? Se non vi basta, seguitemi, vi porto a spasso per questo paese, senza pregiudizi, con occhi, mente e cuore aperti per coglierne solo il meglio. Il brutto, che come sempre in qualcosa c’è, lo lascio ai tristi di cuore!
Un giorno a Nürnberg o Norimberga, tra passato e presente. Un tuffo nel cuore della nascita del Sacro Romano Impero e nelle specialità gastronomiche.
Vado a Nürnberg o Norimberga ormai da tanti anni per una fiera di lavoro e quest’anno per la prima volta ho deciso di rientrare con l’ultimo volo per conoscere meglio questa città di cui se ne intuisce ampiamente la storia anche solo camminando per il centro dall’hotel al ristorante e viceversa.
Nürnberg o Norimberga, è la seconda città del landdi Baviera, nonché centro culturale della Franconia; fu fulcro politico, commerciale e religioso del Sacro Romano Impero, come testimoniano le opere architettoniche del Castello dell’Imperatore, lo Stadtmauer (l’antico borgo medioevale protetto da una doppia cinta di mura fortificate che contavano fino ad 80 torri) e dalle imponenti chiese in rigoroso stile gotico.
Vittima della sua stessa storia, essendo una roccaforte del potere nazista, fu pesantemente bombardata dagli Alleati nel 1945; il borgo antico è stato poi ricostruito fedelmente ed edifici moderni lo affiancano in una contemporanea armonia tra passato e presente.
Proprio davanti alla stazione centrale dei treni (Deutsche Bahn DB), si entra nella città vecchia; all’interno delle possenti mura si trova una simpatica ricostruzione del villaggio artigiano medievale, Handwerkerdorf, con annesse birrerie e negozietti di souvenirs.
Percorrendo Konigstraβe, la via principale che attraversa da un lato all’altro il centro storico (per la maggior parte pedonale), si arriva alla Lorenzkirche l’imponente cattedrale luterana tardo gotica.
Si attraversa il ponte Museumsbrücke sul fiume Pegnitz e proseguendo si arriva al la piazza del mercato, Hauptmarkt, che ospita la chiesa cattolica Frauenkirche e la Schöner Brunnen“la Fontana Bella”.
Sulla facciata della Frauenkirche alle ore 12 di ogni giorno, si aziona un carillon del 1509, inscenando i Principi Elettori del Sacro Romano Impero che si inchinano di fronte all’Imperatore.
Schöner Brunnen“la Fontana Bella” è uno dei monumenti più importanti di Norimberga. Costruita verso la fine del ‘300 è a forma di guglia gotica, alta 19 metri e composta da decine di statue che rappresentano la Visione del mondo del Sacro Romano Impero. La tradizione vuole che girando uno degli anelli di ottone posti sulla recinzione di ferro battuto porti fortuna.
Come nelle migliori tradizioni tedesche nel periodo di Natale la piazza del mercato Hauptmarkt ospita il Christkindlesmarkt, uno dei migliori dell’intera Germania.
Si prosegue per St. Sebald, l’altra chiesa luterana della città e la Albrecht-Dürer-Haus, la casa-museo dell’ omonimo artista rinascimentale, fino ad arrivare sotto alla collinetta dove si erge il Castello Imperiale (Kaiserburg) che dall’alto domina la città . All’interno è possibile visitare le stanze Imperiali e le raccolte di cimeli; il museo è allestito in maniera interessante e semplice, è un tuffo nella complessa storia del Sacro Romano Impero.(ingresso €7,00)
Il fiume Pegnitz taglia in senso perpendicolare la Konigstraβe, lungo il quale si apronopiacevoli passeggiate (se il clima invernale non è troppo rigido); consiglio di fare l’itinerario a zigzag attraversando i vari ponti (curiosità: il Fleischbrücke fu costruito con la stessa tecnica del Ponte di Rialto) e di girellare per l’isolotto del Trödelmarkt.
Straße der Menschenrechte (The Way of Human Rights), un’installazione monumentale dell’artista Dani Karavan composta in parte da 30 pilatri su cui vi sono riportati gli articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Momenti di riflessione e di approfondimento.
Segnalo anche Karolinenstraβe, la via principale per lo shopping con numerosi negozi e centri commerciali.
→ Cibo: per immergersi nella tipica atmosfera franco/bavarese bisogna provare le tradizionali “Stube” finemente arredate con ricami, legno ed antiche stufe appunto, e personale con abito in stile. In ordine di preferenza: Albrecht Dürer Stube, Trödel Stube, Bratwursthäusle, Heilig Geist Spital, Pillhofer Hotel & altfränkisches Restaurant, Hexenhäusle. Provati tutti nel corso degli anni 🙂
Le Salsicce di Norimberga (Nürnberger Rostbratwurst), specialità locali tutelate dalla Comunità Europea con la denominazione IGP, si trovano ovunque, anche nei chioschi per la strada. Per un dolce momento, un Krapfen alla Konditorei Café Beer, una delle migliori pasticcerie della città.
→ Pernottamento: Ibis Nürnberg Hauptbahnhof, alle porte della città antica e vicinissimo alla stazione. (vale per tutti gli hotel, evitate i periodi di fiera che i prezzi sono altissimi).
→ bigliettometro UB linea 2 areoporto/Stazione DB €3,10 (consiglio acquistare il blocco da 10 c’è un notevole risparmio)
“Omnia habent ortus suaque in crementa sed ecce quem cernis nunquam bos fuit hic Vitulus” Tutte le cose hanno un inizio e crescono, ma il bue su cui ora guardi non è mai stato un vitello.(iscrizione sul portale del Fleischbrücke )
Spesso snobbata dai viaggiatori che preferiscono proseguire direttamente per altre destinazioni più famose (Machu Picchu per dirne una), in 5 Souvenirs di Limai suggerimenti per godersi la capitale del Perù (clicca qui per più posts) in pieno stile Limeño.
1. Centro Historico
Dichiarato patrimonio dell’ Unesco nel 1988 riguarda la parte coloniale della città, conosciuta anche come Damero de Pizzarro, il conquistatore spagnolo che nel 1535 la fondò. Intorno ad un’ “immancabile” Plaza Mayor, si trovano i monumenti principali: la Cattedrale, il Palazzo del Governo, il Municipio, il Palazzo Arzobispal (Arcivescovile), il Club de la Union e molti altri palazzi coloniali e neo-classici degni di nota. Plaza San Martin (un’altra “immancabile” in Sud America), la Iglesia de San Francisco, il Museo dell’Inquisizione, una passeggiata in Jiron de la Union completano il giro dell’antico centro della città.
2. Musei
Per capire e conoscere al meglio le complesse civiltà e culture del paese, un’immersione in questi due musei è quasi un atto dovuto! Nel Museo Nazionale di Archeologia, Antropologia e Storia del Perù si percorrono con sale dedicate e percorsi multimediali i periodi storici fino alla colonizzazione spagnola ed oltre. Seguendo una linea azzurra dipinta sul marciapiede arriviamo al Museo Larco. In questo bel palazzo è custodita una collezione privata di migliaia di pezzi di manufatti precolombiani, ma la sua assoluta particolarità è la raccolta di ceramiche a sfondo erotico, molto, molto esplicito!!
3. Parque de la Riserva
Conosciuto dai Limeños come Parque de las Aguas o Circuito Mágico del Agua, questo parco monumentale inaugurato nel 2007 è un’oasi verde nella città e con le sue 13 fontane detiene il record mondiale come complesso pubblico di fontane più grande al mondo. Giochi di acqua e di luci, “5 minuti per risvegliare i sensi”allietano popolazione e turisti nelle calde serate estive (stagioni invertite rispetto all’ Europa).
4. Costa Verde e Circuito de Playas
Da non perdere una passeggiata lungo l’oceano Pacifico, dalla Costa Verde, così chiamata per la vegetazione che vi cresce, fino al Circuito de Playas, sotto le tipiche e massiccie scogliere che “sorreggono” i grattacieli di Miraflores ed il vivace quartiere di Barranco. Da amante dei tramonti non posso che suggerirvi questo orario!
5. Miraflores e Barranco
Il primo moderno al passo con altre metropoli nel mondo, l’altro più tipico, in stile coloniale, entrambi votati alla movida serale, entrambi affacciati sull’ oceano, regalano piacevoli passeggiate tra avenidas e parchi. Nei pressi di Miraflores, a pochi passi dai grattacieli, è presente un notevole sito archeologico, Huaca Pucllana con un’importante piramide di adobe. Dal centro commerciale Larcomar seguendo il Malecon lungo la scogliera si arriva fino a Barranco. In questo vivace quartiere troverete un improbabile Puente de los Sospiros e tantissimi localini dove mangiare ceviches, picarones, anticuchos, nel meglio delle tradizioni culinarie di Lima.
Fast Tips:
Cibo: Lima è considerata una delle capitali gastronomiche mondiali per numero di ristoranti di alto livello che detiene ( non me ne faccio più di tanto una ragione). Dal piccolo del mio portafogli ho optato ovviamente per situazioni più alla mano.
Nel Centro Historico un’esperienza in un ambiente ed in un’atmosfera di altri tempi la respiri al Cafè Restaurante Cordano. In questo locale storico, anche se forse un po’ turistico, vale comunque la visita anche solo per assaggiare i suoi famosi sandwiches con Jamòn del Paìs o del Norte ed altre prelibatezze locali.
A Barranco ci sono numerose Cevicherias e locali dove propongono i Tiraditos (cucina “nikkei” mix tra cucina peruviana e giapponese). Per finire la serata con un cocktail, un bellissimo locale è l’ Ayahuasca Ristobar in Avenida San Martin.
Trasporti: Scaricate l’app di UBER, è diffusissimo, sicuro ed abbastanza economico per muoversi in questa città di circa 10 milioni di abitanti e relativo traffico pazzesco. Gli stessi abitanti lo usano moltissimo.
Internet e Telefono: Il wi-fi è molto diffuso in tutto il Perù, lo trovate in quasi ogni struttura ricettiva. (ma non pretendetelo sul cucuzzo di Machu Picchu e/o nel cuore della Selva Amazzonica). Ho comprato una Sim ricaricabile e non ho avuto alcun problema (gestore “Claro”).
Pernottamenti: la zona più gettonata per pernottare e come fulcro logistico per muoversi è sicuramente Miraflores.
Encantada, Lima!
Grazie a Flor Tanganelli e famiglia per la stupenda accoglienza!
Un sogno chiamato Venezia che ho aspettato fin troppo tempo a realizzare! Inutile elencarne gli svariati i motivi, l’importante è essermi tolta questa mancanza che da tempo mi dava proprio fastidio ed essere venuta a rendere omaggio a questo gioiello italiano.
…E solo ora che gli occhi si riempiono di tanta bellezza, riesco a capire le espressioni stranite della gente quando ammettevo di non esserci ancora stata… mi sono meravigliata per ogni ogni ponte, canale, calle, campo, campiello, ruga… sottoportego!! Oltre ai monumenti più famosi che ovviamente lasciano a bocca aperta per la loro eleganza.
Arti di tutte le epoche si accavallano fino ad arrivare ai giorni nostri , dove la Biennale di Venezia apre i suoi salotti ad esposizioni ed installazioni sparpagliate anche per la città, amalgamandosi nello scenario più classico.
“Venezia non può essere paragonata che a sé stessa”
(Goethe)
Il mio pessimo senso dell’ orientamento ha rinunciato del tutto dopo poco, anche google maps si è confuso spesso tra una calle e un’altra; ampio spazio quindi ad intuizioni ed istinti per perdersi in questo dedalo con la perenne sensazione di girare intorno! 🙂
La magia dell’acqua mi cattura, mentre mi meraviglio della capacità dell’uomo di aver imparato a vivere con questo elemento ed averne realizzato un tale gioiello.
Per ammirare al meglio questo insieme di meraviglie con uno sguardo a 360° dai tetti alla laguna, assolutamente da non perdere è il panorama dalla terrazza del Fondaco dei Tedeschi (l’accesso è gratuito, la visita dura solo 15 minuti, per evitare una probabile coda nei giorni festivi, consiglio di prenotare l’orario sul sito).
Un giro sul vaporetto è un’esperienza divertente e permette di ammirare i bellissimi palazzi che si affacciano sul Canal Grande. Dato il costo consiglio di farlo coincidere con una visita alla coloratissima isola di Burano. (24h €20, 1h €7,5)
Dormire: ringrazio tutti coloro che mi hanno suggerito di non lesinare e di pernottare sull’isola… a posteriori concordo pienamente. Uscire dall’ appartamento di prima mattina e vedere la città che si sveglia in una realtà che la mia immaginazione non aveva ben realizzato… e godersela ancora prima che i ritmi si alzino ed il Canal Grande si riempia di traffico, ne vale il prezzo. (AirBB in zona Rialto “Guest House Rialto 3″, camere singole o condivise, cucina e bagno uso comune, bella terrazzina sui tetti di Venezia e gatti in dotazione).
Pasti: principalmente nei bacari, i tipici barrettini, a base di cicchetti misti (crostini con varie ricette, ma il must è con il baccalà mantecato) ed un bicchiere di vino ad accompagnare (vitigni locali, Sauvignon, Pinot Grigio o Bianco), economico e veloce, sempre che si trovi uno sgabello libero! Provati: Ca’ do Spade, Bancogiro, Ca’ do Mercà, Pescaria, Bacaro Risorto. Se volete regalarvi un ristorantino, Bacarandino ai Corazzieri e l’Osteria ai Storti, oppure una buona pizza da Bella&Brava (ingredienti bio e km.0).
Un sogno chiamato Venezia da vivere lentamente perdendosi e ritrovandosi, “A realized dream is now an unforgettable souvenir!”